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Lo spettacolo di Alberto Cacopardi, attore e danzatore di grande esperienza, nasce con l’intento di esplorare col corpo le diverse dinamiche ed energie presenti in natura.

Ginko inizia con lo spazio scenico completamente vuoto, delimitato dal cerchio del pubblico. Come fosse una sorta d’apparizione il performer compare facendosi spazio fra il pubblico tirando con sé il flaycase… quest’ultimo si apre e nasce tutto: una rapida progressione trasforma la scena vuota in un luogo dove la danza lievita, non danza solo il corpo ma anche con esso il fuoco, i FlayingWorms, Ginko e gli altri elementi. Si chiude il cerchio drammaturgico con l’uscita di scena del performer lasciando lo spazio scenico profondamente trasformato, dove la potenza ancestrale di Ginko, lascia spazio alla delicatezza poetica del femminile. Il linguaggio artistico dello spettacolo nasce dalla necessità di fondere la danza contemporanea, la danza Butoh e il teatro di movimento.

Grunch parla di ciò che è nascosto: Al centro della scena c’è una graziosa casa bianca, un clown col suo maiale da compagnia la scoprono, vi entrano per liberare tutto ciò che è chiuso dentro e vuole esplodere: la potenza del fuoco, l’imprevedibile volo dei FlyingWorms, la danza animale, la delicatezza del femminile. Il Clown e il suo maiale troveranno in fine l’amore, che brucia e riscalda allo stesso tempo. Anche il corpo è casa, il suo inquilino è l’anima. “Casa dolce casa”, ma non è solo dolce, dentro c’è anche potenza, follia, sogni, paure …solo dopo aver attraversato questo arriva l’abbandono alla dolce fragilità. È uno spettacolo che incanta, stupisce, commuove il bambino, l’adulto, l’anziano.

Et Nunc inizia con il rito del fuoco, dove l’artista danza la forza e la follia della fiamma. Successivamente il corpo dell’uomo attraversa lo stato animale: ancestrale, arcaico, istintuale. Gli attrezzi, infuocati e non, sono utilizzati come elementi che portano l’artista a danzare, giocando con la musica, lo spazio e il pubblico. Per l’artista è fondamentale la fusione dello spettacolo con i luoghi, con la struttura delle piazze, con i suoni che animano lo spazio. Questa fusione dello spettacolo con lo spazio è la grande opportunità che Alberto Cacopardi sfrutta per cercare di condividere con il pubblico un momento unico, negli istanti che si susseguono. Ecco perché lo spettacolo non ha una forma rigida, ma cerca di adattarsi ai luoghi valorizzando gli spazi urbani, in tutta la loro poesia.
Il linguaggio artistico dello spettacolo Et Nunc nasce dalla necessità di fondere la danza contemporanea, la danza Butoh il teatro di movimento, il clown.
L’innocenza e il silenzio del clown sono quegli elementi che l’artista ricerca nella danza, sono i mezzi per una presenza sincera e trasparente.
Il lavoro ha l’intento di portare negli spazi urbani un’atmosfera poetica carica di tensione e di immagini delicate, che si trasformano e si susseguono.
Sia il pubblico adulto che i più piccoli sono portati a vivere i passaggi dello spettacolo usando la propria immaginazione e il proprio vissuto. Il percorso drammaturgico è semplice ed essenziale; cerca il susseguirsi di emozioni, di immagini concrete e reali.

Alberto Cacopardi si diploma presso la Scuola Internazionale di Creazione Teatrale “Kiklos” diretta da Giovanni Fusetti, dove segue il percorso di formazione teatrale di Jaques Lecoq.
Nella sua formazione incontra: Jean Daniel Fricker, Germana Giannini, Fabrizio Paladin, Imke McMurtrie, Maja Stromarg.
Nel 2005 Atsushi Takenouchi lo conduce nella danza contemporanea Butoh, di cui rimane affascinato. Lo interessa soprattutto l’esplorazione sensibile del mondo esterno ed interno dell’interprete. Nel 2004-05 lavora nella compagnia il Balletto Civile diretta da Michela Lucenti (“I topi” e “Kecuptroiane”).
Collabora con La Piccionaia – I Carrara, il Teatro dell’Est (BR), il Teatro Sociale di Rovigo.
Nel 2005 fonda assieme ad Evarossella Biolo la compagnia Manonuda Teatro.

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